Il presente, la speranza e il significato del tempo
Casa Madre, Domenica 23 Marzo – Presso la Casa Madre della Congregazione delle Figlie di N. S. della Neve, a Savona, si è svolto l’atteso incontro annuale con Don Ambrogio Pisoni, un appuntamento che ha offerto ai presenti un’importante occasione di riflessione sulla vita, la fede e il significato del tempo. La conferenza, ricca di spunti profondi e coinvolgenti, ha ruotato attorno a un concetto chiave: il presente come fondamento della vita e della speranza.
Il Presente come Fondamento della Vita e della Speranza
Don Pisoni ha sottolineato l’importanza di vivere pienamente il presente, arricchito dalla memoria del passato, come unica base per una speranza autentica nel futuro. Attraverso l’analogia dei due sposi che vivono solo nel ricordo del viaggio di nozze, ha illustrato l’inutilità di un presente ancorato esclusivamente alla nostalgia.
“Possiamo permetterci il lusso di vivere le nostre giornate con la testa e il cuore rivolti indietro? Possiamo avanzare nella vita guardando solo al passato? La risposta è no”, ha affermato con forza Don Pisoni. La speranza, ha spiegato, nasce dalla certezza di un presente vissuto con pienezza e consapevolezza, come dimostrato dalla vivace amicizia con le suore della Madonna della Neve.

Il Significato del Tempo attraverso l’Incarnazione
Un altro tema centrale della conferenza è stato il significato del tempo alla luce dell’Incarnazione di Cristo. Citando T.S. Eliot, Don Ambrogio ha evidenziato come “il tempo fu creato attraverso quel momento, poiché senza significato non c’è tempo e quel momento di tempo diede il significato”. L’Annunciazione a Maria rappresenta l’istante in cui Dio si è fatto presente nella storia, dando senso all’intera esistenza umana. In questo contesto, ha ricordato un aforisma di Nicolás Gómez Dávila: “Se la storia avesse senso, l’Incarnazione sarebbe di troppo”, sottolineando come senza Dio il tempo rischierebbe di diventare una prigione insopportabile, simile alla condanna eterna di Sisifo.
La Natura Dinamica e Trasformativa della Presenza di Dio nella Storia
L’opera di Dio, ha ricordato Don Pisoni, non si esaurisce in un evento passato, ma continua a compiersi nella storia. Facendo riferimento a San Paolo, ha ribadito: “Colui che ha cominciato in voi questa opera buona la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù”. Ha quindi invitato a immedesimarsi nelle scene evangeliche per comprenderle appieno, soffermandosi sull’episodio di Zaccheo e sulla celebre espressione attribuita a Sant’Agostino: “Timeo Deum transeuntem” (Temo il Signore che passa), un monito a non perdere l’occasione di riconoscere la presenza divina nel presente.
Il Pericolo dello Spiritualismo e la Concretezza della Fede
Tra le insidie più attuali per la fede, Don Ambrogio ha messo in guardia contro il rischio dello spiritualismo, ovvero la tendenza a separare la dimensione divina da quella umana. “Il cristianesimo è l’incastro inverosimile tra il temporale e l’eterno, tra l’umano e il divino”, ha affermato, avvertendo che una fede disincarnata può portare a trascurare la realtà concreta delle persone e dei loro bisogni. “È insopportabile Dio nella carne”, ha aggiunto, “perché impedisce all’uomo di dire ‘Io sono il signore della mia vita’”. Ha quindi invitato a vigilare affinché la propria spiritualità non diventi astratta e distante dalla vita quotidiana.
La Chiesa come Popolo Commosso da Cristo e la Vittoria sul Nichilismo
Nel contesto di un’epoca segnata da incertezze e crisi esistenziali, Don Pisoni ha individuato nella Chiesa la vera risposta al vuoto del nichilismo. “La vittoria sul nulla non viene da nuove ideologie o tecnologie, ma dalla Chiesa come popolo commosso da Cristo”, ha affermato, esortando a seguire l’esempio di Gesù, che non solo ha indicato la via, ma ha detto “Io sono la via”.
Misericordia e Perdono come Essenza del Cristianesimo
Concludendo il suo intervento, Don Ambrogio ha ribadito che incontrare Cristo oggi significa scoprire che “il nome di Dio è misericordia” e che il cuore del cristianesimo è il perdono, inteso come “dono perfetto” di sé. Ha quindi invitato a vivere la fede come una “festa” di Cristo, celebrando la sua presenza e il suo amore misericordioso. “Nei Vangeli vediamo spesso Gesù a pranzo o a cena”, ha ricordato, “a testimonianza della sua concreta vicinanza all’umanità”.
Verso il Giubileo: un’opportunità di rinnovamento
Guardando al futuro, Don Pisoni ha proposto di riflettere sul significato del prossimo Giubileo alla luce di questi temi, come occasione per rinnovare la memoria dell’incontro con Cristo e per vivere il presente con speranza. Ha invitato a esaminare il proprio cammino di fede, evitando derive spiritualiste e coltivando uno sguardo di curiosità e meraviglia di fronte alla vita e alla Parola di Dio.