Il giorno 15 febbraio 2019 si è chiusa l’esistenza terrena del grande Missionario “Fidei Donum” della Diocesi di Alba, Padre Celestino Grillo.
In Brasile, a testimonianza della sua opera evangelizzatrice audace e profonda, restano la “ Casa d’Orazione” a Teofilo Otoni, il “Santuario N. S. Aparecida” e la creche “Deus è Deus da vida” a Taquara, nello stato del Minas Gerais; la “Comunità apostolica” fondata con Padre Louiz a Guarabira nello stato del Paranà. Ma soprattutto resta il segno profondo impresso nel cuore di tanti giovani e adulti che hanno attinto alla sua profonda spiritualità.
Alla sua guida forte e sicura affidai anch’io il gruppo delle prime giovani Aspiranti che in Brasile iniziavano il loro cammino di formazione alla vita religiosa nella nostra Congregazione e ne trassero un grande bene.
Richiamato in Italia dal suo Vescovo, dopo 35 anni di Missione, non esitò ad obbedire per ricominciare in patria quella “Scuola di Evangelizzazione” che tanto bene aveva fatto in Brasile. Ne usufruirono anche gli “Amici della Missione” che per parecchi anni si riunirono mensilmente ad Ovada per ascoltare la sua parola forte e sicura di incitamento ad un’autentica vita cristiana.
Nel giorno dell’addio furono moltissime le testimonianze degli amici venuti da ogni luogo, anche dal Brasile, per porgere, insieme all’ultimo saluto, l’espressione dell’affetto, della riconoscenza, della stima sincera e del ricordo imperituro a questo grande testimone di Cristo. Tra le tante voci si alzò, spontanea, anche quella di Sr. Diguimar, partecipe al rito in nome della Comunità italiana e brasiliana.
“Ho incontrato Padre Celestino nei miei primi passi di iniziazione alla vita consacrata, ed ebbi subito l’impressione di una persona che viveva intimamente con Cristo; per questo toccava profondamente il cuore delle persone che lo avvicinavano lasciandovi un segno indelebile.
Soprattutto durante la celebrazione della S. Messa, trasmetteva un contatto col soprannaturale che ci richiamava all’attenzione dolce e soave; si aveva l’impressione di toccare il Mistero presente nella Liturgia. Restava una letizia che perdurava a lungo e che faceva venire voglia di sorridere.
Seguendo la sua direzione spirituale, mi sentivo confermata nella fiducia in Dio e nella certezza che con l’ aiuto della preghiera avrei trovato la perseveranza nella mia vocazione.