Oggi, ultimo giorno dell’anno, le strade sono deserte, silenziose: tutto sembra dormire!!! Anche il giardino della scuola tace; mancano i vocii allegri dei bambini, i giochi, i canti; le finestre dell’edificio sono chiuse: tutto parla di silenzio.
Ripenso ai bambini che per cinque giorni la settimana hanno affollato l’edificio e hanno reso vivo l’ambiente con la loro presenza. Rivedo i volti, gli sguardi assetati di amore e di sapere e non posso nascondermi i bisogni, le sofferenze e le domande di significato che affollano il loro cuore.
Se esco dall’edificio mi accorgo che fuori il mondo cambia, si orienta in direzioni diverse, i valori sono altri… e mi domando cosa può aiutare i nostri alunni, e ogni uomo che nasce, a crescere e a percorrere la via giusta per realizzarsi come persone responsabili, generose e capaci di amare.
Quanto tempo, quanta fatica vissuta insieme ai bambini per aiutarli a capire, ad imparare, a donare, e soprattutto ad amare, tempo che scorre e non si vede, ma che lascia un segno buono nella persona.
La scuola deve essere “VITA”, deve essere dialogo tra piccoli e grandi; ogni persona ha bisogno di essere educata per crescere in modo armonico e sereno. Tutto serve ad educare, dal gesto affettuoso del genitore che ti risveglia alla vita ogni mattina, allo sguardo amoroso dell’insegnante che richiama, invita, esorta, capisce, accompagna.
Come fare a meno dell’educazione? L’educazione si respira in ogni momento.
L’educazione o la diseducazione ci accompagnano in ogni momento della vita.
Affacciandoci sulla strada, percorrendo le vie, osservando i cartelloni pubblicitari, ascoltando i dialoghi dei passanti, i giudizi delle persone, i comportamenti, ognuno di noi riceve dei messaggi che agiscono in modo più o meno incisivo su di noi.
Mai come adesso si sente il bisogno di educazione: il grido disperato dei giovani, liberi di agire, ma privi di amore vero per la loro vita, ci domanda, ci chiede: “Perché non trovo la felicità? Denaro, divertimento, droga non riempiono il mio cuore. Dov’è il mio destino?”.
Quante strade sbagliate perché nessuno si è fatto compagno di viaggio.
La scuola ha demandato il suo compito, gli educatori non sanno più educare. Perché? Rivolgiamoci questa domanda e riflettiamo.
La scuola Cattolica cerca di accogliere e di educare: è una piccola sentinella che difende l’Uomo nei suoi diritti a essere educato, perché possa scoprire la Verità, la Bellezza, la Bontà.
A questo scopo educa la ragione, l’intelligenza; perché siano orientate a scoprire la propria umanità come Dio l’ha fatta.
La nostra è una piccola scuola: una grande famiglia dove tutti ci si conosce, dove ogni alunno è amato e “guardato” come persona irripetibile. Gli alunni la frequentano volentieri, si divertono, studiano, si aiutano, convivono e …..si educano.
Chi educa è la Comunità intera, formata da genitori, insegnanti, alunni.
Mi pare importantissimo oggi il compito della Scuola Cattolica anche nei confronti di tutta la Scuola, perché aiuta a ricordare che ogni alunno, bambino o giovane, è persona chiamata alla vita per un destino di amore.
Sr. M. Rosalba
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